Teatro d’Asporti è lieta di ospitare una tappa delle 54 previste dal progetto OH TU CHE MI SUICIDI dedicato ad Antonin Artaud e al suo saggio “Van Gogh le suicidé de la société”.
—“Van Gogh […] non si è suicidato in un impeto di pazzia, nel panico di non farcela, ma invece ce l’aveva appena fatta e aveva scoperto chi era quando la coscienza generale della società, per punirlo di essersi strappato ad essa, lo suicidò.”—
Antonello Cassinotti ci presenta l’ambizioso progetto.
“Il percorso è nato in occasione della mostra L’OSSESSIONE DELLA NORMALITA’: GINO SANDRI presso la galleria heart.
In quella occasione, in relazione al rigore che contraddistingue le teorie di Artaud, abbiamo deciso che il musicista avrebbe suonato esclusivamente un mezzo tono, G2 Ab2.
Avrebbe dovuto essere una estemporanea ma la forte tensione che ha abitato i 4 minuti di silenzio che hanno chiuso la rappresentazione (prima dell’applauso) ci ha spinti a riproporla altre 53 volte in virtù dei 54 possibili semitoni che si possono ottenere con il clarinetto contralto. Siamo ora a 33 tappe e la prossima verrà realizzata a Bergamo, casa privata Tobia Scarocchia. Ad ogni tappa è stato eseguito un semitono differente ad esclusione di quelli già realizzati scelto in base alle condizioni acustiche dello spazio di rappresentazione.
Sono anni che con Giancarlo Locatelli (musicista) indaghiamo la figura e le teorie sull’arte vivente di Antonin Artaud realizzando performance e spettacoli e cercando di metterle in pratica / in atto / in scena.
Un’arte, quella di Artaud, teatrale ma anche poetica e sotto alcuni aspetti, neanche troppo velatamente musicale, che vuole espropriare al testo la sua egemonia, ma che si serve anche del testo per ri-comporre l’inesprimibile. A noi in particolar modo interessa esplorare le possibili relazioni tra il teatro (nelle sue varie formule) e la musica in una ricerca che intende tradurre la crudeltà in rigore espressivo, senza per questo ovviare l’emotività e la profonda tensione dello stare in scena creando quindi forme e abitandone i contenuti.
E’ questa per noi un’altra occasione d’indagine per esplorare l’intricato universo di questo poeta, un tassello del progetto Artaud, un puzzle, uno dei tanti passi fatti attorno alla sua figura che rimane per noi uno stimolo ancora vitale. Prima o poi e ce lo ripetiamo spesso affronteremo il tassello estremo che ci permetterà, e lo sappiamo, di farla finita con il giudizio di Artaud.”
cena a buffet + Spettacolo a Prenotazione obbligatoria via mail a teatrodasporti@Gmail.com
